venerdì 5 aprile 2013

Il rottamatore Renzi, sempre in agguato, rischia di spaccare il PD


La politica, quella vera, offre una propria visione della realtà  ed anche se talvolta è costretta a giungere a compromessi e mediazioni, deve farlo accettando soluzioni che conducano al benessere dei cittadini e del paese e non agli interessi ed agli individualismi dei singoli attori politici.
Su questa strada nulla, oggi, appare all'orizzonte e tspesso, si propongono soluzioni con etichette nuove che, però, presentano immagini ormai consunte dal tempo.

Il recente risultato delle elezioni ha determinato una situazione di stallo politico che tutti conosciamo. Contro l'impasse politico/parlamentare si scaglia Renzi che, per la verità, non si è speso molto in campagna elettorale per il suo partito.

« Il pianeta corre e l'Italia è totalmente ferma. -dice il sindaco di Firenze- Le aziende chiudono. La disoccupazione aumenta e la politica perde tempo... Si rinvia tutto alla scelta di un presidente della Repubblica più sensibile a dare l'incarico a Tizio o a Caio».

Alla domanda di un giornalista del Corriere della Sera se il Pd si deve alleare col Pdl, egli risponde
 «Il Pd deve decidere: o Berlusconi è il capo degli impresentabili, e allora chiediamo di andare a votare subito; oppure Berlusconi è un interlocutore perché ha preso dieci milioni di voti>> 

Allora il Pd dovrebbe allearsi con Berlusconi?
«Non necessariamente. Deve smettere di fare melina. Non parto dall'accordo con Berlusconi. Parto dal fatto che si devono avere idee chiare. O si va a votare,
Altrimenti si fa un patto costituente da cui nasce la Terza Repubblica. Qui invece si punta a prendere tempo e a eleggere un capo dello Stato che ci dia più facilmente l'incarico di fare il nuovo governo». 

Quali cose dovrebbe fare il PD?
«Anziché vivacchiare, rendiamo utile questo tempo. Bersani riunisca fin dalla prossima settimana i gruppi parlamentari. Non l'ennesima direzione che diventa una seduta di autocoscienza; i gruppi parlamentari, che tra l'altro sono quasi tutti bersaniani. Giovani in gamba, persone di valore, che però si sono riuniti finora, credo, solo tre volte. Lanciamo una proposta forte. Il sindaco d'Italia: una nuova legge elettorale, grazie a cui si sa subito chi ha vinto. Abolizione del Senato, che diventa la Camera delle autonomie, con i rappresentanti delle Regioni e i sindaci delle grandi città che vanno a Roma una volta al mese e lavorano senza ulteriori indennità; così il Parlamento è più efficiente e costa la metà».


 Sono leggi costituzionali. Ci vuole tempo.
«In sei mesi si può fare. Come anche l'abolizione delle Province; per davvero però, non per finta come si è fatto finora. Se invece riteniamo che lo spazio per parlare con il centrodestra non ci sia, allora andiamo a votare. Ma in fretta».

«Andare al governo con Gasparri fa spavento, lo so. Non a caso io sono pronto a votare subito. Ma se il Pd ha paura delle urne deve dialogare con chi ha i numeri. Il Pd avanzi la sua proposta,
Rivendico il diritto alla dignità della politica, che è una cosa seria. Noi non dobbiamo inseguire Grillo. Facciamo noi i tagli alla politica, aboliamo il finanziamento pubblico ai partiti e poi vediamo chi insegue».

 La presidente della Camera Laura Boldrini non ci sta e ritiene che è necessario rispettare dei tempi: "Penso ci siano dei tempi della politica... Stiamo lavorando sodo con una tabella di marcia molto fitta e per quanto mi riguarda non stiamo perdendo tempo", ha detto. Ha poi aggiunto che i deputati Cinque Stelle "portano avanti istanze serie di cambiamento" di cui non possono credere di avere l'esclusiva. Mostrano rigidità, ma devono capire che "la mediazione non è sempre sinonimo di inciucio ma di sintesi, quando c'è in ballo l'interesse comune"... "la politica è questo, non è solo dire no". Sulla possibilità di cambiare il Porcellum Boldrini lancia la proposta di una commissione ad hoc, con l'accordo di tutti i partiti.

Stefano Fassina, dalle pagine di La Repubblica replica alle parole di Renzi: " Si cerca una soluzione ad un problema" ed è importante " non fare un governo quale che sia, ma avere un governo di cambiamento all'altezza delle sfide che l'Italia ha davanti sul terreno della politica e dell'economia"
 Renzi replica "Vedono fantasmi dove non ci sono. Ho detto quello che pensa la gente comune: c'è la crisi, le aziende licenziano tu cosa dici, fate qualcosa di semplice ma fatelo. Quindi o il Pd fa un accordo con il Pdl oppure si va a votare, ma non restare lì a traccheggiare e a perdere tempo". 

Anche Ignazio Marino boccia l'ipotesi di un accordo con il Pdl "le persone non capirebbero un'alleanza con il Pdl e con la Lega, che sono le stesse persone che hanno portato l'Italia sull'orlo del baratro e hanno lasciato il comando al governo dei tecnici proprio per la loro incapacità" 

Dal Pdl arrivano, invece, apprezzamenti alle parole di Renzi. 

 La reazione da parte dei parlamentari più vicini a Bersani non si fa attendere: "Vuole il governo con il Pdl? Lo faccia lui". "Se lui vuole il governissimo con il Pdl, benissimo. Bersani lo lasci fare. Ma sia chiaro che la maggior parte di noi non lo seguirà su quella strada". Essi sono favorevoli ad un governo di cambiamento (votato dalla direzione nazionale), a cui affiancare uno scenario di 'larghe intese' solo per le riforme e la scelta del presidente della Repubblica. 

Matteo Renzi, dopo la bacchettata del presidente della Repubblica modera i toni e risponde così a chi gli rimprovera di voler fare un patto col diavolo:"Io sarei per andare a votare, ma non è importante quello che penso io" "Se vogliono si vada a votare,  se vogliono fare l'accordo con il Movimento 5 Stelle lo facciano, se vogliono fare un accordo con il Pdl lo facciano. Ma qualcosa facciano".

Non si sono fatte attendere le reazioni alle parole di Renzi. "Ci sono organismi dove Matteo non viene mai e a cui non partecipa e io credo che all'interno della direzione nazionale del Pd certi argomenti dovrebbero essere discussi con la stessa franchezza e apertura con cui vengono discussi sui quotidiani e in tv ", ha detto il senatore del Pd Ignazio Marino - . Secondo il senatore "quella è la sede in cui ci si deve confrontare, anche con una naturale aggressività per sostenere le proprie idee".

Politica nuova quella espressa dal giovane Renzi?
Si ha piuttosto l'impressione che egli agisca non in nome di una democrazia che condivide e di un partito all'interno del quale ne viva la dialettica e la vita, ma piuttosto per fini individualisti ed opportunisti.
Parla del PD e dei suoi rappresentanti "facciano, se vogliono" come qualcosa di estraneo e distante da lui; che non lo tocca, ma si arroga il diritto di parlare dall'alto del pulpito!
Per lui, come per Grillo è indifferente se ci si allei col Pdl o si vada di nuovo alle elezioni, basta sbrigarsi a fare qualcosa,...ma cosa?
Perché non incomincia lui a fare qualcosa per il partito?
Bastava che non si eclissasse, durante le elezioni, e probabilmente i risultati delle urne sarebbero stati diversi.
Pensi Renzi, che pure fa delle proposte concrete e positive ad unire più che a dividere e a dare una mano dall'interno del partito per la risoluzione delle criticità sia della politica che dell'economia del paese.
                                                                                                                        Haruspex


 

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